Presentazione della collana

The Book Series shall be a permanent platform of discussion and comparison, experimentation and dissemination, to promote a transdisciplinary approach for the achievement of the methodological objectives of research-action, in order to strengthen and spread the scientific knowledge of the social sciences. The aim is to promote the development of humanity and territories, identities and cultural heritage. All the research work that is accepted must revolve around three key topics:
Social Systems: Social systems are the totality of relationships established between individuals and groups, and which in their continuous change make up societies. These changes can be attributed to two sets of factors: on the one hand, endogenous factors such as organisational forms, the development of scientific knowledge and technological innovation, and on the other hand, exogenous factors such as demographic change and in some cases natural disasters.
Cultures: Cultures are the expression of the totality of man’s social life; they are characterized by their collective dimension. Cultures are made up of both objective elements (instruments, skills, etc.) and subjective elements (believers, roles, values, etc.) and represent one of the main factors in assessing individual adherence to society: all activities and institutions are “cultural” since they require the explicit expression of a meaning in order to operate. This does not endorse the position that social living is linked to cultural determinism, but rather supports the position that cultures are the fundamental components of individual action.
Development: The issue of development is evolving more and more in terms of sustainable development, known as the development process through which, despite multiple interests, environmental, social and economic demands coexist. This is possible through the combination and integration of three macro objectives that must coexist: economic competitiveness, environmental sustainability, cohesion and social balance.
Each manuscript submitted in Italian, English, or French (or a miscellany of these languages) will be subject to double-blind peer reviewing.

Peer reviewed contents
Social Systems, Cultures and Development

Book Series edited by
Giovanna Truda (UNISA- Italy)

Scientific Board

Andrea S.A. Barbieri (IRPPS-CNR – Italy),  Giuseppe Cattaneo (UNISA – Italy), Costantino Cipolla (UNIBO – Italy), Annamaria Rufino (UNICampania – Italy), Paolo Terenzi (UNIBO – Italy), Emiliana Mangone (UNISA – Italy), Alfonso Piscitelli (UNINA – Italy),

Nanta Novello Paglianti (UB – France),  Jean Jacques Girardot (CNRS – France),  PhilippeWoloszyn (CNRS – France),  Jan Spurk (USPC – France),

Lourdes Poujol (UNICEN – Argentine),  Raul Montenegro (UNC – Argentine),

Guénaël Devillet (ULiege – Belgium),

Csilla Filò(UPécs, Hungary),

 María Helena Botero Ospina (UROSARIO – Colombia),

Eric Hadley-Ives (UIS – USA),

Mohamed Kerrou (UTM – Tunisia),

Marcos Aurelio Saquet (UNIOESTE – Brazil),

 

 Editorial Board
Emanuela Pece (UNISA- Italy)

 

Il Mediterraneo per Willburger è quello di Ulisse ma anche il Nord Africa, quindi il Marocco, la Tunisia di Klee, inoltre la Spagna di Escher, la Sicilia di Nicolas de Staël, l’Italia Meridionale di Kokoschka. È il Sud quale punto di una geografia dell’immaginario, punto di approdo, divenuto il luogo ove fermarsi, metter su casa, stabilire una relazione duratura con il mistero di una luce zenitale, con i lunghi respiri (sospiri) che scandiscono i giorni, le ombre che, nette, s’insinuano nei corpi, nella materia, nello spazio, affogando nell’oscurità di riti che rendono il mito vivo. L’artista traccia, sulla sua mappa mentale, una linea retta: dal Tirolo alle coste cilentane, dall’Austria mitteleuropea alle terre della mitologia, alla sponda estrema della Grecia classica che Peter guarda come ultimo avamposto, in quegli anni (il viaggio in Sicilia è del 1958) della cultura del primordio, dell’originario, ove il quotidiano è ancora pervaso dal simbolico.

Il Mediterraneo per Willburger è quello di Ulisse ma anche il Nord Africa, quindi il Marocco, la Tunisia di Klee, inoltre la Spagna di Escher, la Sicilia di Nicolas de Staël, l’Italia Meridionale di Kokoschka. È il Sud quale punto di una geografia dell’immaginario, punto di approdo, divenuto il luogo ove fermarsi, metter su casa, stabilire una relazione duratura con il mistero di una luce zenitale, con i lunghi respiri (sospiri) che scandiscono i giorni, le ombre che, nette, s’insinuano nei corpi, nella materia, nello spazio, affogando nell’oscurità di riti che rendono il mito vivo. L’artista traccia, sulla sua mappa mentale, una linea retta: dal Tirolo alle coste cilentane, dall’Austria mitteleuropea alle terre della mitologia, alla sponda estrema della Grecia classica che Peter guarda come ultimo avamposto, in quegli anni (il viaggio in Sicilia è del 1958) della cultura del primordio, dell’originario, ove il quotidiano è ancora pervaso dal simbolico.

Il Mediterraneo per Willburger è quello di Ulisse ma anche il Nord Africa, quindi il Marocco, la Tunisia di Klee, inoltre la Spagna di Escher, la Sicilia di Nicolas de Staël, l’Italia Meridionale di Kokoschka. È il Sud quale punto di una geografia dell’immaginario, punto di approdo, divenuto il luogo ove fermarsi, metter su casa, stabilire una relazione duratura con il mistero di una luce zenitale, con i lunghi respiri (sospiri) che scandiscono i giorni, le ombre che, nette, s’insinuano nei corpi, nella materia, nello spazio, affogando nell’oscurità di riti che rendono il mito vivo. L’artista traccia, sulla sua mappa mentale, una linea retta: dal Tirolo alle coste cilentane, dall’Austria mitteleuropea alle terre della mitologia, alla sponda estrema della Grecia classica che Peter guarda come ultimo avamposto, in quegli anni (il viaggio in Sicilia è del 1958) della cultura del primordio, dell’originario, ove il quotidiano è ancora pervaso dal simbolico.

Il Mediterraneo per Willburger è quello di Ulisse ma anche il Nord Africa, quindi il Marocco, la Tunisia di Klee, inoltre la Spagna di Escher, la Sicilia di Nicolas de Staël, l’Italia Meridionale di Kokoschka. È il Sud quale punto di una geografia dell’immaginario, punto di approdo, divenuto il luogo ove fermarsi, metter su casa, stabilire una relazione duratura con il mistero di una luce zenitale, con i lunghi respiri (sospiri) che scandiscono i giorni, le ombre che, nette, s’insinuano nei corpi, nella materia, nello spazio, affogando nell’oscurità di riti che rendono il mito vivo. L’artista traccia, sulla sua mappa mentale, una linea retta: dal Tirolo alle coste cilentane, dall’Austria mitteleuropea alle terre della mitologia, alla sponda estrema della Grecia classica che Peter guarda come ultimo avamposto, in quegli anni (il viaggio in Sicilia è del 1958) della cultura del primordio, dell’originario, ove il quotidiano è ancora pervaso dal simbolico.

Il Mediterraneo per Willburger è quello di Ulisse ma anche il Nord Africa, quindi il Marocco, la Tunisia di Klee, inoltre la Spagna di Escher, la Sicilia di Nicolas de Staël, l’Italia Meridionale di Kokoschka. È il Sud quale punto di una geografia dell’immaginario, punto di approdo, divenuto il luogo ove fermarsi, metter su casa, stabilire una relazione duratura con il mistero di una luce zenitale, con i lunghi respiri (sospiri) che scandiscono i giorni, le ombre che, nette, s’insinuano nei corpi, nella materia, nello spazio, affogando nell’oscurità di riti che rendono il mito vivo. L’artista traccia, sulla sua mappa mentale, una linea retta: dal Tirolo alle coste cilentane, dall’Austria mitteleuropea alle terre della mitologia, alla sponda estrema della Grecia classica che Peter guarda come ultimo avamposto, in quegli anni (il viaggio in Sicilia è del 1958) della cultura del primordio, dell’originario, ove il quotidiano è ancora pervaso dal simbolico.

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