Descrizione
L’esposizione dedicata all’artista Bruno Marquardt, nato nel 1904 a Insterburg, oggi Černjachovsk, ex Prussia orientale che, dalla fine degli anni Trenta al 1981, data della sua morte, ha vissuto a Positano, è stata realizzata dopo un attento lavoro di ricostruzione storico-critica. Marquardt ha scelto Positano come sua città di adozione: un luogo, negli anni della guerra, calato nel silenzio del suo incantevole paesaggio, ove l’esistenza era scandita da lunghe pause vissute tra la marina e le terrazze delle case. È una ricostruzione concentrata a far luce sulla formazione artistica e sulle varie esperienze, oggi testimoniate da oltre trenta opere che disegnano un percorso che giunge alle tavole realizzate per “La storia della tartarughina”, del 1958. Si propone, quindi come una pagina di storia che doveva essere ricostruita nella sua pienezza, registrando anche le piccole cadute, ma che, trasversalmente, richiama un’ulteriore riflessione sulla Positano di quegli anni, sul clima culturale che si respirava, sulle presenze, suo essere un luogo della cultura internazionale.
Chi è Bruno Marquardt?
È un artista tedesco, nato il 2 novembre del 1904, a Insterburg, oggi Černjachovsk, nell’Oblast di Kaliningrad, ex Prussia orientale, da Julius Robert ed Enrichetta Preszeit. Studia presso la Kunstakademie di Königsberg, un centro che nel secondo decennio del XX secolo presenta il volto di una cittadina urbanisticamente e socialmente ben sviluppata: famosa per il noto Viadukt di Rathshof, inaugurato nel 1915, il Caffè Ristorante Füestenteich, luogo di ritrovo mondano dei primi anni Trenta, oppure l’ Adolfsruh Kolthof Königsallee, frequentatissimo caffè dal 1920. Königsberg sarà nota per la sua Kunstakademie, fondata nel 1838 da Theodor von Schön, orientata, principalmente, allo studio della pittura di paesaggio e di genere. Negli anni nei quali il Nostro frequentò le sue aule, l’istituto era già nella sede di Rathshof, nell’area occidentale della città, nel nuovo edificio costruito da Friedrich Lahrs. Nel corso della seconda metà degli anni Venti, nei quali è da collocare la formazione artistica di Marquardt, da poco ventenne, l’accademia era sotto la direzione di Richard Dettmanns e il suo maestro di pittura era Alfred Partikel, che insegnava paesaggio. Partikel è stato maestro di Andersson e di Ulrich Knispel, nonché ha condiviso con Werner Gilles – che abbiamo ricordato tra le figure presenti a Positano – il soggiorno di studio a Villa Massimo a Roma, nel biennio 1930-1931. Tracce significative degli insegnamenti di Partikel si riscontrano ponendo a confronto, per esempio, un’opera del Nostro, l’acquerello Pescatori e barche, databile alla fine degli anni Quaranta, passato nell’asta da Roseberys (West Norwood, 11 Regno Unito) del 12 Aprile del 2014, erroneamente attribuito all’omonimo pittore Bruno Marquardt (1878-1916), con Boddenlandschaft bei Ahrenshoop, un olio su tela di Partikel, attribuito agli anni Venti, che declina un tardo espressionismo, scarico di tensione e con una tavolozza affidata più ai toni che hai valori cromatici, dunque con una scarsa luminosità dei primi piani.
Una vicinanza, inoltre, si scorge nella texture del segno, prerogativa delle opere di Marquardt, in particolare quelle del suo arrivo a Positano: in tal senso, si confronti la Veduta di una strada tortuosa, un dipinto su tavola, anch’esso erroneamente attribuito al Marquardt ottocentesco, passato nell’asta di Sworders Fine Art del 27 aprile del 2021, con Ahrenshoop, un carboncino su carta, realizzato da Partikel nel 1940. Dopo l’accademia, Marquardt lascia la Germania trasferendosi dapprima a Parigi, poi alle isole Baleari, infine giunge a Positano, dove si stabilirà definitivamente. Qui conosce Emilia, giovane discendente dei Tuttavilla di Calabritto, aristocratica famiglia napoletana, che aveva lasciato Napoli nei giorni dei bombardamenti alleati e che sono anche gli ultimi tragici mesi dell’occupazione da parte delle truppe della Wehrmacht. L’arrivo a Positano della giovane Emilia, detta “Pupa”, ci aiuta a tracciare una prima cronologia delle opere che, nel corso di quest’anno di ricerca, con Enzo Esposito siamo riusciti a mettere insieme: oltre quaranta opere, rinvenute tra collezioni presenti a Positano e gli eredi a Napoli, alle quali si vanno ad aggiungere quelle presenti nelle aste, almeno degli ultimi due decenni. Poche le fotografie che ritraggono l’artista, ad eccezione di quella ben nota, con gli occhialini da sub e la ‘molletta da bucato’ al naso, più volte pubblicata sui periodici e i giornali locali. Invece una fotografia presente tra i documenti messi a disposizione della signora Stefania Sorace, moglie di Alberto Marquardt, figlio dell’artista, che qui ringrazio per la disponibilità, ci offre il volto del giovane artista giunto da qualche anno a Positano. È quella del “Reisepass”, rilasciato dal Deutsches Generalkonsulat di Napoli, in data 26 giugno del 1942: essa ci mostra il volto dell’artista t trentottenne che farà colpo sulla giovane nobildonna napoletana. I dati riportati sul “Reisepass” ci dicono dell’altro: che è di professione, pittore accademico; la statura, grande; il viso, ovale, con gli occhi, di color marrone, i capelli, biondo scuro. Nessun segno particolare. Nel 1943 il suo nome figura nell’elenco dei tedeschi residenti a Positano, con l’assegnazione di un sussidio di “lire 12”: in detto elenco si leggono, tra gli altri, il nome del s sessantunenne Karli Sohn-Rethel, di Armin Wegner, di Irene Kowaliska e del figlio Michael di appena due anni, di Kurt Craemer trentaquattrenne e di Zagaruiko. Nel novembre del 1946 la sua richiesta di concessione della cittadinanza italiana viene accettata e firmata dal Capo provvisorio di Stato Italiano, registrata dalla Corte dei Conti nel gennaio del 1948: il 29 aprile, nella casa comunale di Positano, davanti all’avvocato Paolo Sersale, in qualità di Ufficiale dello Stato Civile, testimoni Francesco Mascolo e Ascanio Bella, l’artista giura “di essere fedele alla Repubblica Italiana ed alla Costituzione…”.
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